Fin dalla sua nascita, l’economia ha cercato di intrattenere un’immagine di scienza asettica, indipendente dai rapporti sociali nell’ottica non dichiarata di rendere indiscutibile la distribuzione della ricchezza e l’organizzazione della società. I risultati di tale lavoro ideologico sembrano più che mai visibili oggi quando, di fronte a una crisi che dilaga di giorno in giorno, nessuno sembra in grado di offrire una proposta concreta di società alternativa.
Per i primi studiosi che tentarono di fare dell’economia una scienza – gli economisti classici – il mondo si divideva in tre categorie: coloro che disponevano di un capitale, i capitalisti, coloro che possedevano la terra, i proprietari terrieri e coloro che non disponevano ne dell’uno ne dell’altra, i lavoratori. I rapporti fra queste tre classi si reggevano su un insieme di «leggi naturali» oggetto di studio dell’economia. Fra questi si trovava il principio della mano invisibile, enunciato da Adam Smith…